Il Vino italiano nel 2020

Sembrava un gran sollievo la notizia che il governo Tramp non avesse inserito i vini italiani tra i prodotti colpiti da dazio. Tuttavia si era coscienti che rimanevano tutte le altre incognite del 2020 tra le quali la Brexit era la più preoccupante. Prima di conoscere l’effetto devastante del Coronavirus.

Analizzando ogni singolo mercato, in quello statunitense assiste al passaggio di testimone dai boomers alla generazione Y. Una fase di transizione delicata. I giovani vanno fidelizzati. Serve ora più che mai un feeling diretto e incontri mirati per far comprendere al nuovo mercato che il vino italiano può superare quello francese negli USA.

Nel Regno Unito lo scenario peggiore è quello che non ci sarà alcun accordo di libero scambio con l’Europa. Ma la storia nei suoi corsi e ricorsi ci ha insegnato che anche questo si può superare.

Diverso il mercato Russo. Giovane. Dove la parola d’ordine è intercettare le tendenze. Quelle che tra le parole chiave annoverano orange wine, vini biologici e naturali.

Infine l’Asia che a causa del Coronavirus vede vertiginosamente crescere gli acquisti di vino on line.

Adesso tutti i mercati sono fermi. Cosi si assiste alla promozione di leve fiscali, finanziarie e tributarie. Ma la natura ha i suoi tempi! La produzione ha un suo ciclo vegetativo naturale che non segue alcuna regola se non la propria. A che serve al vignaiolo la cassa integrazione? Il vigneto può essere messo in stand by come la fattura di un qualunque fornitore di servizi all’azienda?

Oggi al comparto agricolo serve semplificazione, tecnologia, band unitario per guardare il mondo con consapevolezza e convinzione, missioni all’estero, abbattimento dei costi superflui, sostegno alla produzione, innovazione, investimenti in e-commerce, revisione fiscale, riduzione dei costi certificazione, più consapevolezza del biologico/biodinamico, liquidità diretta e investimenti in logistica.

Ai vignaioli serve un unico messaggio promozionale, forte! Che esprima la forza e la rabbia di chi lotta in questo contesto senza coperture. Perché la natura può ribellarsi in qualunque momento.
Oggi siamo in campagna, in tutta sicurezza, adottando tutte le misure che servono per tornare a casa sicuri di aver lavorato senza correre rischi. Ma oggi più che mai serve programmare il domani. Per primi dobbiamo, nel settore agricolo e vinicolo, anticipare le tendenze.
Nessuno chiede aiuto pro bono. Tutte le aziende italiane chiedono solo di cogliere l’occasione per essere rilanciate nel futuro.

Si parla di un contesto simile a quello delle guerre. Ogni grande guerra ha richiesto un piano di rilancio. Adesso è il momento di studiarlo, perché il vino resterà sempre la bevanda più importante del più bel paese del Mondo, l’Italia.

                                                                                              Tenuta Liliana Staff

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