Seconat Montesquieu, filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese, nel 1785 definì il Cabernet sauvignon “il vitigno perfetto” per le sue qualità capaci di esprimersi in maniera unica in ambienti diversi.
All’epoca era il vino dei ricchi poiché i suoi piccoli grappoli lo caratterizzavano come un vitigno tardivo ma soprattutto con una marcata presenza di tannini che richiedeva l’utilizzo delle botti dove doveva sostare a lungo per affinarsi. Tutto ciò si tramutava in ingenti investimenti ed una buona conoscenza delle tecniche di cantina. Ma ricevette questa nomea anche perché era accostato alla nobiltà francese che nei propri Château coltivava soprattutto cabernet sauvignon.
Svariati fattori hanno reso il Cabernet Sauvignon il vitigno più coltivato al mondo, ma soprattutto la sua elevata capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche e la sua predisposizione a molteplici tecniche di vinificazione. Ma ciò che lo rende particolare è il fatto che pur mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità, vedi lo spiccato sentore vegetale, esprime perfettamente anche quelle del terroir che lo ospita.
Questo rende il Cabernet Sauvignon adatto per esaltare e valorizzare le caratteristiche di una zona unica attraverso la vinificazione in purezza di un singolo varietale, secondo le potenzialità del terroir a 360°.
I Terroir migliori per questo vitigno sono i terreni ben dotati di argilla, ben drenati o i substrati meno ricchi di argille, probabilmente per la minor sensibilità nei confronti della siccità. Essendo un vitigno tardivo ha bisogno di climi soleggiati anche in autunno, almeno a latitudini elevate.
Quindi terreni profondi e ben drenati con una garanzia di rifornimento idrico garantiscono l’eccelsa qualità del cabernet sauvignon, poiché permettono una maturazione costante ed una maggior costanza produttiva.
E’ meglio evitare suoli ricchi, fertili, umidi. Ne risentirebbe la maturazione delle bacche e la lignificazione dei tralci con pesanti risvolti sul colore, la longevità e l’aromaticità dei vini.
Dal punto di vista enologico, il Cabernet Sauvignon ha tutte le caratteristiche per dare grandi vini. Lo testimoniano i numerosi premi attribuiti nel corso degli anni a molti vini a base Cabernet Sauvignon, soprattutto quello meglio rappresentativi di un terroir unico al mondo che meglio riesce ad esaltare le caratteristiche del vitigno. A partire dalla sua buccia spessa e ricca di sostanze. Questo uno dei grandi pregi della vinificazione del Cabernet Sauvignon, e cioè il tempo di macerazione sulle bucce. Infatti il prolungato contatto del mosto di Cabernet Sauvignon con le bucce determina vini con una carica polifenolica ed un potenziale estremo. Ancor di più valorizzato dalla capacità di affinamento del Cabernet Sauvignon in legno.
Mentre la sua origine è da attribuirsi ad un incorcio tra Cabernet Franc e il vitigno a bacca bianca Sauvignon, tra i paesi del Nuovo mondo, trova la sua collocazione ottimale in California, in particolare in Napa Valley e Sonoma Valley. Infine l’Australia con la Barossa Valley, zona che per le sue condizioni climatiche uniche rende il Cabernet Sauvignon dai toni speziati, molto caratteristici. Ed in Italia? La patria elettiva del Cabernet sauvignon è la Toscana, dove negli anni ’70 nacque il fenomeno “Supertuscan”, ma poi il vitigno ha trovato ampia diffusione. Spesso come vino da taglio, ma negli ultimi tempi come massima espressione di un eccelso terroir, che da nord a sud dell’Italia sta riuscendo a raggiungere livelli qualitativi estremi e riconosciuti a livello internazionale.